“Non abbiamo le fette di salame sugli occhi: avere come unica policy gestionale la riduzione delle retribuzioni dei giornalisti dà la cifra di chi guida una casa editrice. Comprendiamo che un manager si guadagni più facilmente lo stipendio milionario e eventuale bonus tagliando linearmente i costi piuttosto che impegnandosi ad inventare e migliorare prodotti per guadagnare quote di mercato. Ma facciamo più fatica a comprendere come i soci di un’azienda editoriale possano avallare questi scenari che, se non diversamente governati, rischiano di portare alla loro fuoriuscita dal business della carta stampata”. Il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini, commenta così le parole dell’amministratore delegato di Mondadori, Ernesto Mauri, a margine della presentazione dei conti 2018.
“Ci attendiamo che Mondadori, anche come socio di minoranza del quotidiano Il Giornale, ritrovi finalmente il coraggio di tornare a credere nel settore editoriale investendo e guidando un nuovo sviluppo nella stampa e nell’informazione”.
Qui il comunicato del Cdr
I giornalisti del Giornale esprimono profonda preoccupazione per le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Mondadori Ernesto Mauri.
Il manager del gruppo che ha una partecipazione del 36% della Società europea di edizioni ha spiegato che con l’azionista di maggioranza sta studiando un piano per la riduzione del costo del lavoro. Ha parlato di non meglio precisati ammortizzatori sociali, di decisioni «meno traumatiche» da trovare «attorno a un tavolo» e del costo del lavoro che non si adegua alle mutate condizioni del mercato.
Il Cdr ricorda a Mauri che negli ultimi anni il costo del lavoro del Giornale è costantemente calato, così come l’organico, che è ormai ridotto all’osso se confrontato con quello degli altri grandi quotidiani nazionali. Ricorda a Mauri che i giornalisti hanno individuato e segnalato all’azienda una serie di sprechi e costi che è possibile ridurre, se non azzerare, visto che non sono funzionali alla realizzazione del prodotto e pesano in modo considerevole sul bilancio. Quindi anche sugli azionisti Mondadori, che ne saranno informati nella sede più opportuna.
Per quanto riguarda la soluzione da trovare insieme, si fa presente all’Ad di Mondadori che dal dicembre scorso il Cdr ha dato disponibilità a trattare su un piano di solidarietà ed esodi incentivati, ma l’azienda ha risposto con rinvii e silenzi imbarazzanti. Sono passati quattro mesi e altre perdite economiche che colpiranno gli azionisti del Giornale e anche il portafogli degli azionisti Mondadori. Ma non per colpa dei giornalisti del Giornale.
Per giornalisti che guadagnano stipendi non molto lontani dai minimi tabellari, appare incredibile che un Ad che guadagna circa 2 milioni di euro l’anno bonus a parte (2,7 milioni nel 2017) proponga come unica soluzione – per sanare una perdita che per quanto tocca a Mondadori risulta inferiore al suo incasso annuo del 2017 – la vendita di una testata storica dell’editoria italiana senza alcuna riflessione sul suo rilancio.
Il Cdr del Giornale