Ribadita, in un documento approvato all’unanimità, «la volontà di partecipare con propri contributi al tavolo della riforma», da mettere a punto coinvolgendo le associazioni escluse. Soddisfazione anche per l’approvazione della direttiva sul copyright.
Con un documento votato all’unanimità la Giunta Esecutiva della Fnsi «conferma la volontà di partecipare con propri contributi, idee e proposte al tavolo della riforma dell’editoria convocato dal governo» e «denuncia gli errori di metodo e di merito già commessi nella gestione degli inviti e nella declinazione delle materie da trattare».
L’eventuale riforma del settore, rileva l’esecutivo del sindacato, «non può essere preceduta da tagli che riducano ulteriormente la pluralità delle voci eliminando differenze e diversità capaci di rappresentare quei diritti delle minoranze espressamente tutelati dalla prima parte della Costituzione, dall’articolo 21 e più volte richiamati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha ribadito spesso questi concetti: ‘L’emarginazione, l’attenuazione delle rappresentanze sociali e del ruolo dei corpi intermedi rende più fragile la società e più vulnerabili i cittadini’. I continui assalti alla funzione critica del giornalismo, al pensiero critico, alla contrattazione e ai corpi intermedi rappresentano una provocazione perdurante e inaccettabile. Per essere reale e credibile questo confronto deve partire dalla moratoria sul taglio del fondo dell’editoria e dall’immediata messa in sicurezza delle pensioni, del welfare dei giornalisti e dell’Istituto di previdenza di categoria».
Per questo motivo la Fnsi «avvierà un percorso di ascolto e di consultazione per definire proposte concrete da presentare entro metà maggio al tavolo del governo, coinvolgendo anche tutte le associazioni che sono state inspiegabilmente escluse dal confronto avviato dal sottosegretario Crimi», si legge ancora.
La Giunta esprime infine soddisfazione «per l’approvazione della direttiva europea sul copyright, il cui recepimento sarà imprescindibile per difendere il lavoro dei giornalisti e le loro retribuzioni».
Il documento è stato votato da Alessandra Costante, Anna Del Freo, Mattia Motta, Carlo Parisi, Lorenzo Basso, Anna Russo, Giuseppe Di Pietro, Guido Besana, Ezio Cerasi, Claudio Silvestri, Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti, Vittorio Di Trapani, Elena Polidori e Daniela Stigliano.